Conosciamo la volatilità e impariamo a non averne paura.
La volatilità è una caratteristica dei mercati finanziari, non è il male assoluto come molti esperti o pseudo tali vogliono farci credere. Senza entrare nel tecnico [NON è lo scopo di questo articolo farlo] la volatilità di un investimento misura l’ampiezza delle variazioni del suo prezzo. Più è alta la volatilità più saranno elevate le variazioni di prezzo [sia in positivo che in negativo].
Un investimento che ha una variazione di prezzo, da un giorno all’altro, dello zero virgola (poco volatile) ha un impatto emotivo più facile da gestire per l’investitore. Mentre un investimento più volatile è emotivamente più difficile da “sopportare” nel tempo, SOPRATTUTTO se non si è fatta una corretta pianificazione finanziaria.
Attenzione però: gli investimenti con una volatilità maggiore sono quelli che solitamente nel lungo termine riconoscono all’investitore un rendimento più alto.
La volatilità è quindi il PREZZO EMOTIVO che l’investitore deve pagare per ottenere rendimenti maggiori nel tempo. Lo ripetiamo: La volatilità non è il male assoluto.
La parte difficile per l’investitore è imparare a non reagire emotivamente sia nei momenti di grande euforia che in quelli di grande paura sui mercati. Nei momenti di grande euforia si rischia, per la paura di perdere il grande affare, di acquistare sulla moda del momento. Mentre nei momenti di estremo pessimismo si rischia di farsi prendere dal panico e liquidare troppo velocemente tutte le posizioni.
Un modo utile per limitare le proprie reazioni emotive è quello di mettere in prospettiva storica le oscillazioni dei mercati. I mercati sono sempre stati volatili, la volatilità è appunto una loro caratteristica.
Nel grafico seguente vediamo l’andamento negli ultimi 90 anni dell’indice azionario americano S&P500, indice che include i maggiori titoli azionari americani.
Guardate il numero in basso a destra. Nel periodo dal 1927 al 2017 [90 anni] l’indice S&P500 ha avuto ben 785 giorni con un movimento del prezzo maggiore a +2% o a -2%. In media uno ogni 30 giorni.
Quando sentiamo i telegiornali, i giornali, gli annunci sul web di giornate catastrofiche sulle borse per un -2% o -3% ricordiamoci che è già successo altre 785 volte! Niente di strano!
Teniamo ben a mente che tali oscillazioni sono il prezzo emotivo da pagare per rendimenti maggiori nel lungo termine rispetto alle obbligazioni o a tenere i soldi sul conto corrente.
La prospettiva storica dell’andamento dei mercati ci permette di dare un contesto alle variazioni quotidiane dei prezzi.
Evitando di farci condizionare dalle news del momento avremo molte più probabilità di raggiungere gli obiettivi finanziari che ci siamo prefissati, senza incorrere in errori comportamentali.
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